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IL PAESE DELLE API INDUSTRIOSE
La fata sorellina è ‘morta di dolore’ perché il fratellino l’ha ‘abbandonata’…
Cosa si sta sviluppando nel burattino? L’importanza della RELAZIONE.
Ricordiamo il modo provocatorio con cui scappò di casa appena venuto al mondo, senza curarsi di Geppetto; il suo bisogno primario, tornando a casa fu la fame: la sua struttura molto infantile non gli fece notare che il padre stava rinunciando alle pere. Nelle disavventure vissute fino a questo punto della storia non ha mai manifestato un reale bisogno delle persone care, tuttalpiù ha provato pentimento e anche un primo abbozzo del senso di dovere filiale ...
Davanti allo scontro emotivo con la lapide mortuaria e alla notizia che Geppetto si sta fabbricando una barchetta per andarlo a cercare, Pinocchio esplode in una reazione di vera DISPERAZIONE!
Ha sentito la SOLITUDINE! E la mancanza di PROTEZIONE che ormai capisce quanto sia necessaria.
La fatina si è sentita abbandonata, lui lo è? O crede di esserlo, come la maggior parte degli esseri umani?
Mai la fata potrebbe abbandonarlo: anima e personalità sono in continua unione anche se il nostro ego capriccioso non se ne accorge.
Arriva un Colombo, un piccolo-grande aiuto, ‘sceso dal Cielo’. (Viene spontanea la similitudine con lo Spirito Santo, spesso interpretato come lato femminile della divinità)
Pinocchio vola su di lui, fin quasi a toccare le nuvole, per tutto il giorno. Ha paura di cadere e si aggrappa: è determinato a raggiungere il padre. Si fermano in una colombaia. “Non avrei mai creduto che le veccie fossero così buone”. Il tempo dei capricci è superato?
Sulla spiaggia grida e gesticola per chiamare il padre, riescono a vedersi ma la GRANDE ONDA che sommerge la fragile barchetta… La scena è piena di pathos!
Il burattino è straziato dalla disperazione, e…dall’amore verso il padre. Non ha dubbi: si getta in acqua! Interessante la reazione standardizzata della gente: “pover’omo!” e poi “povero ragazzo!”
Ed eccoci di nuovo davanti ad un’altra delle terribili notti di Pinocchio; ne ha già vissute molte: quella pericolosa con Mangiafoco, quella terribile con gli assassini, quella umiliante alla catena, nella cuccia di Melampo… Questa volta sarà una notte faticosissima in cui però vedrà premiato il suo coraggio.
Pinocchio nuota per tutta la notte poi, stremato, approda su un’isola ma non è sereno. Chissà il padre dov’è e la sorellina è morta. Il burattino vive di nuovo profondamente la sensazione di essere SOLO.
Sappiamo che solo non è mai; riceve due informazioni da un DELFINO: la strada per il villaggio ma anche il racconto della pericolosità di un enorme pescecane che transita in quelle acque!
Dopo l’eroicità della nuotata notturna assistiamo ad un modo di comportarsi per nulla buono.
Come al solito si alternano, nella psicologia di Pinocchio, momenti estremi nel bene e nel male: vorrebbe mangiare ma non lavorare e non accetta le offerte di alcuni passanti. Eppure è nel “paese delle Api industriose”!
A causa dei meriti che ha accumulato con il vero amore che ha mostrato mettendosi in azione per salvare il padre, gli viene perdonata l’arroganza del pretendere senza dare e una ‘buona donnina’ non solo lo fa bere da una delle brocche ma, con dolcezza e promesse, lo invita ‘lavorare’.
Sarebbe bastato questo per riconoscere chi lei fosse ma a Pinocchio è giovane, per aprire gli occhi ha prima bisogno di saziare la fame.
La Fata è ora adulta; in corrispondenza con la crescita di Pinocchio si manifesta con diverse sembianze; ora è adulta, è una madre e fa leva sul nuovo comportamento, più maturo, di Pinocchio, per nutrire le speranze di un suo cambiamento.
Forse sa che non sarà definitivo ma almeno servirà a far sì che, comportandosi bene acquisisca fiducia nella possibilità di una vita ‘vera’ e, contemporaneamente, specchiandosi nelle sue intemperanze e nella coazione a ripetere certi errori, possa imparare a vederli, subendo le conseguenze, ma anche imparare a riconoscerle e superarle.
Tutto questo accade. Pinocchio vive ora un’età più matura, non più strettamente egoica, da infante, dei primi episodi. Possiamo dire che sia in una fase preadolescenziale e come tutti i ragazzi di quell’età comincia a relazionarsi, a confrontarsi con i pari.
Ecco allora i primi drammi… Il bravo scolaro che studia, segue rispettosamente le regole, stimato dal maestro, dà soddisfazione alla mamma Fata ma lo fa incorrere nella derisione e nelle provocazioni dei compagni ‘bulli’.
Inizialmente resiste ma poi reagisce! Esce fuori la sua natura reattiva… la miccia è accesa e in breve i compagni non lo ridicolizzano più come burattino ma iniziano a provocare in lui la debolezza della trasgressione. Non vorrebbe…tentenna…ma poi segue il suo istinto!
La burla dei compagni di poter vedere il pescecane gli fa capire l’errore fatto ma ormai ha liberato la sua reattività … e trascende.
Nella rissa vanno “buttati a mare” i libri preziosi per chi voglia studiare.
Un GRANCHIO, forse un alter ego del Grillo, prova a sgridare i ragazzi ma Pinocchio stesso gli riserva un trattamento poco educato, quello che usa quando è ‘fuori di sé’, diverso dai momenti di lucidità abbastanza consapevole che gli stimola la fata.
Nella rissa uno dei compagni viene colpito da un librone lanciato e cade a terra.
Quando accadono certe cose di cui non siamo direttamente responsabili dovremmo sapere che, anche se inconsapevolmente, abbiamo partecipato. Pinocchio lo capisce? O è il suo buon cuore di fondo che lo fa fermare lì a cercare di soccorrere il compagno a terra mentre tutti gli altri fuggono?
I carabinieri non sentono ragioni e lo ritengono colpevole.
Lo stanno portando con loro. Pinocchio si vergogna all’idea di passare davanti alla casa della fata… un colpo di vento smonta la situazione: per raccogliere il cappello volato via il burattino ha il permesso di tornare indietro… ne approfitta e si lancia in una folle corsa, inseguito da un mastino talmente campione di velocità che viene chiamato Alidoro.
La corsa finisce in acqua… ma il cane non sa nuotare e la situazione si ribalta: Alidoro implora aiuto e Pinocchio fa il bel gesto di salvarlo.
A breve sarà ricompensato (karma positivo?) perché sarà proprio il mastino che gli salverà la vita quando lo vedrà prossimo alla morte per ‘frittura’...
Interessante il nuovo impedimento che si frappone tra Pinocchio e il suo ritorno a casa della Fata: una grotta da cui esce fumo, l’impressione di calore per le sue membra fradicie e l’occasione di un riparo… niente di tutto questo: una rete lo cattura come se fosse un pesce e il pescatore è un orribile uomo tutto verde, anche un po’ sciocco perché ottuso, che vorrebbe friggerlo per assaggiarlo.
Siamo di fronte a un nuovo momento iniziatico: una sorta di avvicinamento alla morte con relativo passaggio ad un altro tipo di identità.
Non viene riconosciuta la sua essenza, si trova vittima di qualcuno che ha una visione più che convenzionale della vita: ciò che viene pescato deve essere pesce!
Lo scontro con questa realtà parallela (l’uomo sembra fuori del modo, quello previsto, diverso persino dagli altri personaggi del racconto) lo scuote a fondo e lo fa cambiare, simbolicamente lo esprime il cambio d’abito: prima sarà tutto bianco di farina, come dopo un battesimo (fatalità è stato tirato su dall’acqua), poi vestirà un abito di tela di sacco, simbolo espiatorio, trasformativo. Una vestizione penitenziale…
Qui assistiamo al dialogo col vecchietto che gli dà il sacco non senza chiedergli perché sia nudo e infarinato; è interessante la presa di coscienza che il burattino ha quando si accorge che davvero le bugie procurano una reazione: nella fiaba la cosa è materialmente evidente, cresce il naso! (Nella nostra vita non sempre le menzogne sono subito riconosciute come tali).
Pinocchio è un po’ cresciuto e lo vediamo consapevole di aver sbagliato mentre si affretta a correggere le sue affermazioni.
Stavolta non serviranno i picchi. Il naso si riaccorcia davanti all’ammissione di aver mentito.
È quasi pronto per essere riammesso all’accoglienza della Fata ma… alcune cosine le deve ancora imparare: prima fra tutte la pazienza.
L’episodio della LUMACA che impiega nove ore a scendere per aprirgli, la sua impazienza che lo rende bloccato tutta la notte col piede infilato nella porta sono correzioni per la sua impulsività: gli insegnano che volendo reagire con la forza non fa altro che crearsi un nuovo impedimento.
La Fata ‘dorme’. Siamo di fronte ad un’altra reazione dell’Anima di fronte al nostro ‘essersi addormentati’.
L’insegnamento non è finito: bisogna insegnare a Pinocchio la differenza tra vero e falso, tra autentico e finto!
Lo stress di Pinocchio è aggravato dalla presa in giro del pasto che, servito su un vassoio d’argento, si rivela essere di cartone, gesso e marmo: è una punizione che gli infligge la Fata ma che la dice lunga sulla confusione che facciamo tra apparenza e realtà.
Il burattino sviene.
Quando la VISIONE DEL VERO ci si mostra l’elemento razionale va in tilt! (A Dante accade più volte nel suo poema di svenire davanti ad una presa di coscienza)
Pinocchio subisce uno shock morale davanti alla rivelazione di questa possibilità: l’INGANNO DELLE APPARENZE! Poi c’è anche la debolezza del momento, dovuta all’impossibilità di nutrirsi veramente… ed ecco che perde conoscenza.
Ecco la TRASFORMAZIONE!
La scena cambia e si trova su un sofà con la Fata accanto che lo perdona.
I conti sono pareggiati ma ora Pinocchio deve fare una promessa: comportarsi bene e studiare.
Lo fa, passano mesi in cui sarà un modello di comportamento fino a concludere l’anno essendo considerato il più bravo della scuola.
Ce l’ha fatta! La Fata gli comunica che il suo momento è arrivato e sta per diventare un ‘bambino vero’; preparerà una festa ricca di cose buone da offrire agli amici di colui che sta per diventare un ex burattino.
Ma…
Più si va avanti nel percorso e più c’è il rischio di sbagliare …
La troppa scurezza? Alcuni piccoli io non ben guardati? Desideri inappagati?
Addirittura l’eccessivo attaccamento a qualcuno che amiamo?
Certo, a Pinocchio piaceva tanto Lucignolo, era il suo migliore amico… cosa di sé proiettava su di lui?
ESERCITAZIONI PER IL LABORATORIO su:
"il paese delle Api industriose"
SCRITTURA
- Ripenso ad una situazione in cui mi sono sentito catturare da una rete, incapace di muovermi e di farmi capire come nell'episodio del pescatore verde.
- Pinocchio si è bloccato da solo, con il piede incastrato nel legno della porta. Mi è mai capitato qualcosa del genere?
- Racconto di una notte vissuta in maniera particolarmente intensa.
PITTURA
- Il mare e i suoi colori
- La nascita del colore verde
- Collage della donnina/Fata con le brocche
SCULTURA
- Costruisco una barchetta.
- Realizzo una brocca con la tecnica del colombino.